Rob Crock

Cari lettori a sbafo e non di Aran Cors, se c’è un personaggio del gruppo J.L.S. che più di ogni altro ha raccolto sfavori ed antipatie tali da far rimpiangere i più odiati, questi non risponde al telefono, per cui facciamo noi il suo nome, il più iracondo, scalognato in agrodolce, baruffatore e piantatore di melagrane di sempre: Rob Crock!

Donaldo Ocarottino?

Nel pazzo mondo dei cartoncinoon e dei fumosetti è quasi scontato e con l’IVA evasa immaginarsi di essere quei personaggi bersagliati dalle misavventure (i personaggi dei fumetti in genere sono un po' misogini) e disavventure nelle quali la malasorte si calamita su di loro come su un bersaglio magnetico. Ne sa qualcosa Ocarottino, scalognato sanguemisto papero-oca irriducibilmente divanista e vezzosamente intento a leggersi per ore un quotidiano in poltrona, uscito dall’immaginario collettivo dopo essere stato soppiantato da un altro simbolo del “vorrei poco ma posso niente“. Rob Crock, comparso su Aran già dal primo numero, prima della malattia che gli ha ingrandito il naso, segue con la sua lente d’ingrandimento le orme delle figlie della sua ex-padrona di casa, che contrariamente al caso di Aran lei le figlie ce le aveva carine, ma siccome è perseguitato dalla scalogna loro non se lo filano e non c’è modo di arrangiarsi.

Cercare di andarsene

Se Aran è prodistinto da un carattere imbranato e sprovveduto, il nasuto Rob è il suo esatto composto. Tappissimo, iracondibile, figlio di un gangstarap e gemello di tre fratelli al servizio della malavitosità, vestito di una mantellina blu gallese che ricorda il Dottor Watson e con pantaloni perennemente con segni di morsi di cane sul didietro, l’agente sottopagato del gruppo J.L.S. tenta soveratamente di emulare se non di fregare il Conte Onions nelle sue imprese raggiresche. Ma se il Conte può essere rilasciato con la condizionale a causa di una conclamata ed accertata cleptomania, il povero Rob punta soltanto a dimostrarsi alla bassezza nell’arte della truffa, salvo poi finire puntualmente scoperto come Billy il bugiardo.

Carriera fulminata

L’indole di Rob appartiene alla caratterizzazione che han deciso di dargli dopo i primissimi numeri, dove ancora sembrava un agente vero, per poi trasformarlo in uno travolto dalle conversità del fato fatato. Sin dalle prime storielle su Aran, il pubblico si immedesima a malapena nel proboscidato agente sottopagato – ritratto cubista del suo stesso, come stabilito dalla sentenza ed è persino poco, creatore grafico Magnificus -. Quando c’è Rob si ruba, sembra una vecchia battuta sui socialisti. Numerosissime sono le scopertine che gli appioppano o da solo o in coppia con il biondo cotitolare dell’albo. Inizialmente tra i componenti più efficienti del gruppo J.L.S., adesso non è nemmeno un componente di Jeeg Robot d’Acciaio, la sua preoccupazione più grande è quella di riuscire a vendere qualche lunario per poter trovare qualcosa da mettere sotto i denti.

I tremebondi ragazzini

Distretto per esigenze di copione a probabili fallimenti – nel numero ventiquindici viene scambiato da un paguro per il suo cucciolo ed afferrato con le chele, gli tocca uscire dall’acqua di corsa – a lottare inutilmente per superare l’andycapp della statura nanerottola e del naso proboscidato, uno dei momenti più scontati e ripetuti della serie, oltre alle melenni diatribali con la Ascesside e Geremiccolo, è quello della lotta con i delinquadolescenti del rione che durante le ferie natalizie, derubata la scuola nottetempo, fanno ostentamente bersaglio il nasone dei loro cubi di neve, spesso fatti fregando la neve dai pupazzi di neve.

Diretti rovesciati sui binari

Rob è anche il più sopraccigno e irredimibile difensore dei diritti degli agenti del gruppo J.L.S. Se si tira sempre indietro di fronte alle missioni rischiose affibbiate dal capo supremo Sua Eccedenza Il Numero Uno e mezzo, è altrettanto scontato che il nasone Crock cerca in ogni modo impossibile ed inimmaginabile di farsi pagare i compensi promessi, pur scontrandosi con la taccagneria cronicizzata e insuperabile del suo supervessatore. Tra i doveri di Rob c’è, soprattutto nei primi due periodi della serie, anche quello della missione escrementini: si occupa di portare al guinzaglio il Bergerano, cane brocco italiano – caricatura del cane appartenuto a Grazia Maria Pannellini, somma revisora dell’Editoriale Cornucopia – cane che spesso trascina Rob per la strada facendolo somigliare ad un treno che deragli dai binari.

Involuzione straordinaria

Unico membro del gruppo J.L.S. ad avere un riscontro tale da consentirgli una breve e sfortunata collana tutta sua, mentre invece Aran ce l’aveva già in partenza, nel 1996 Rob Crock ruba una collana mantenuta per quattro numeri, poi la serie chiude e la deve restituire. Oltre a restituire una serie di immagini promozionali quali: manifesti, adesivi e vari oggetti di regalabigiotteria più o meno ignoti e smerciati poi dalla 1000Volte Peggio Publishining. Se nei primissimi episodi di Aran Cors i suoi tratti somarici sono molto realistici, negli anni le sue sembianze assumono fattezze cartonanimatistiche pensate dallo stesso Magnificus.

Rob oggi

Con la temporanea malapartita del gruppo J.L.S., il nostro Rob si ricicla seguendo la carriera musicale dei suoi famigerati fratelli in un crock-tour di effemerida durata. Scioltosi il gruppo, l’ex agente sottopagato torna a dissociarsi dalla compagine rimessa su da Sua Eccedenza con sede a Los Diables, dopo che Aran e Manuelle hanno destrutturato l’originaria base nel negozio di fiori facendone una agenzia investigativa sulle coppie, così Aran scopre da solo quando Manuelle lo tradisce con delle donne. Tornato a Old York come gli altri, Rob, per racemolare un racemolo nonché il necessario per vivere, disdegna di offrirsi come supporto ad Aran&Manu divenuti nuove colonie della mancanza di idee in una testata, però finisce col collaborarci lo stesso se no non lo disegnano.

Quando il sole del culturismo batte in basso, i peracottari hanno l’aspetto di infinocchiatori, dice Karol Krautywa …

Margarinot nuziale

Mi scrive la moglie brasiliana di Margarinot (ma come, esiste veramente?? Ma allora se lei … dunque … vabbè!), in relazione a quanto ho scritto due editoriali fa, e mi conferma che si, loro sono una coppia, o meglio sarebbero perché Margarinot non si fa vedere da tempo, si, hanno adottato un bambino che vive tuttora con lei, si, sono due donne, nessuna delle due è una trans come quella mia amica, si, sta aspettando da un pezzo il ritorno di quella disgraziata (leggo quel che c’è scritto), e chiede il mio aiuto per rintracciarla.
Margarinot la incontravo quando andavo in quel bel posto, ma è da parecchio che non riesco a raggiungerlo, ed anche se ci riuscissi non so cosa mi risponderebbe Margarinot. Comunque, rifarò la prova.

Strega per (suo) amore

La stregaccia giovane brutta e pelata come un uovo è spesso in cucina a rimestare in un pentolone, si levano dei fumi strani, colorati, quando tutto si è raffreddato assaggia e di solito beve qualche sorso; mi dice di non toccare e non bere quella roba, ed è l’unico caso perché come ho già detto ogni cosa che cucina la mangiamo assieme, così quando frigge le code di lucertola tocca mangiarle anche a me, ci metto la salsa di soia … per mangiare qualcosa di decente mi sono messo a preparare qualcosa io, ieri ho preparato del risotto allo zafferano, e le è piaciuto talmente tanto che mi ha portato in camera da letto fino al mattino successivo, così sul lavoro mi addormentavo.
Dovrò mettermi d’accordo con lei, anche perché devo dormire ma sono aumentate le bustine di zafferano in cucina.

 

Nobel obligatorius para mi!

Conte TFracchia

Nun se sanrema er cantaro.
(Conte TFracchia)

 

Aran Cors 650 – Fiesta grande grande

Cari lettori a sbafo e non di Aran Cors, magari eravate scettici eh? Forse vi sembrava un traguardo poco distante? Che non ci saremmo nemmeno arrivati? E invece eccoci qua: il seicentocinquantesimo numero di Aran Cors appena sfornato e pronto in pizzeria (tanto oramai ogni storia è una pizza) per essere degustato (gusto legacci da imballaggio)!

Longevo oltre ogni altro

Il nostro Aran ha superato da tempo immemore tutti i precedenti personaggi sfortunati usciti dalla biro di Pax Semper. Kriminalik, il più ossidato, è stato sfruttato sino al numero quattrocentodiciannove volte ricompratelo, ma è durato “persino” dieci anni. La roscia del diablo Sartanik, pur glitterando i due palustri in edicola del suo gemello nero african, si è fermata a quota duecentotrentuno volte ricompratelo. Insomma, Aran Cors ha surclassato i suoi maestri!

Chi ci crede? Solo io

Tra incomprensibili alti e bassi in oltre cinquant’anni di vitaccia editoriale, pur scontando tiriterature ben differenti dal periodo d’oro placcato dei suoi momenti in attivo, Aran Cors e il gruppo J.L.S. sono ancora oggi una presenza mensile scostante e noiosa. Tolto Lupoi Marcello, ormai da mo’ fuggito dalle edicole, Aran resta un illusorio effimero ballabiliardo del sorriso che ha subito tempeste e acquaraffazzoni, senza mai ritrovare la rotta finendo col naufragare. Demerito senza dubbio di un crostaceo e confabulatore Pax Semper e di una instabilità grafitica offerta dalla mano bendata per il troppo lavoro di Dariush Persianush.

Amascord

La curiosonità che alberga nelle testoline di tutti coloro che seguono e seguirono Aran Cors nella sua corriera editoriale è piuttosto legittima: che cosa ci viene sbobbato in un numero celebrativo così poco importante?
La risposta è ininfluente: niente di paragonabile a tutti i numeri celebrativi precedessorienti – se non, vagamente ma fatto meglio, sull’albo centocinquanta volte ricompratelo -. L’invito è però uno da imbucati: questo è un numero velleitario. Un amascord unico (infatti manco si ricordano di come si svolgevano le storie originali) che farà storcere la bocca a tutto, e ripeto tutto, lo zoccobroccolo duro arancorsiano dei primi stoici settantacinque numeri!

Io tremo in poche parole

Tremo al pensiero di cos’altro succederà nella testata. Pax Semper tratteggia una rappresa rappresentazione teatrale le cui redini sono stancamente nelle grinfie di Sua Eccedenza. Quante pagine mi occorrebbero per ricapitolare l’intera serie di questo fumosetto nei suoi cinquantaquattro anni di storie in calando? Arrivo prima alla capitolazione! Forse per l’hoggboss, che si è fatto scrivere Aran sin dal primo albo uscito nel secolo scorso, sono insufficienti le canoniche centoventi pagine. Infatti riprende solo il “periodo Magnificus”, continuamente ristampato, con relativi incassi da royalties, saltando tutto il resto sino al matrimonio con Manuelle. Basta questo formato per ripescare tutti i personaggi stipite della lunga Poppea del gruppo J.L.S. Dai più dimenticati ai meno recuperati, da quelli fatti fuori a quelli stravolti.
Ci sono persino la signorina Fanboia e De Nomebanalis!

In grande spolvero

Il prode Dariush Persianush è qui in grande carico di lavoro, riesce a caretterizzare, oh oh oh, per la Madonna dell’Incoroneta, caratterizzare, un’enorme quantità di figuranti, mal rappresentati nel singolare albo, anche se sono scritti male sono rappresentati con efficacia dal veterano Big Persianuk che mette la sua mano slogata da ore di lavoro totalmente al servizio di protagonisti storici validi e nuovi sciapi. L’attenzione della storia comunque, lo ribaudisco, l’ho scoperto io l’ho scoperto, è in gran parte dedicata al percorso grafitico tracciato dall’indimenticabile Magnificus al quale, in maniera riconoscente visti tutti i soldi che gli ha fatto guadagnare, e senza nessuna riconoscenza verso gli Eredi Magnificus vista la causa (vinta) che gli hanno fatto in Tribunale, Pax Semper rende obbligatoriamente onore.

Lettore avvisato tramezzo salvato …

Gnam gnam, ho preso un tramezzino al supermercato … la strega non m’ha visto, per fortuna, dice che ogni pietanza la dobbiamo mangiare metà per ciascuno, e quella mangia pure scolopendre al forno … In seconda di scopertina, dove notoriamente è presentato un trefiletto con rosmarino del prossimo numero, la predazione avvisa:

È un giro di boa stile America’s Cup, da qui niente cambia ma tutto si distrugge.
Il boa non èeee, un serpente, ma una spesa frequente, in edicola e ingente …

Al momento non ho l’immagine di scopertina, grrrr, solo il titolo: Sangrìa Grigliata
L’ultima volta che mi sono trovato un avviso similare mentre leggevo l’albo nel parco pubblico, poco prima che l’annaffiatore dal prato passasse a spandere la sua acqua su di me, si è trattato del quattrocantonamento del gruppo J.L.S. in favore del nuovo discorso di Manuelle con fan-service incorporato.

E mo’?

Cosa mi attende per le future spese in edicola?
Quale futuro posteriore aspetta il loro Aran e la loro Manu? L’unica risposta prossimamente in fase di stampa è dentro il computatore di Pax Semper e, come per la sede della casa editrice, non è possibile entrarci! Posso solo fare finta di essere uno del settecento … prima della Rivoluzione Francese si intende … quando per il furto di una mela ti beccavi più o meno quattro annetti ... se provassi ad entrare forzatamente nella sede dell’editore, di anni me ne beccherei anche di più, per cui di notizie in anteprima non ve ne posso dare. Potrei anche immaginare di essere un uomo del settecentocinquanta, beccando otto annetti circa per imboscamento forniture di grano. E pure uno dell’ottocento, del novecento, del millenovecentosessantotto, così partecipo alla fondazione della Agricola Italiana Alimentare (AIA) e mi mangio un sacco di polli.

Stregato dalla pelle di luna

La giovane strega brutta e pelata, che è venuta da me dicendo di essere la mia nuova fidanzata, ha un gusto molto medioevale nel vestirsi, così quando usciamo assieme la gente ci guarda in maniera strana. Con la trans e la massaggiatrice non c’era questo problema, si stava sempre in casa, loro facevano tutto tra quattro mura. In più, non avendo la strega un solo capello in testa, mi è toccato comprarle tre parrucche, se no quella se ne sarebbe andata in giro con certi cappelli alti alti con una cintura tutt’attorno. Ha una pelle candidissima, io la chiamo Pelle di Luna, e lei mi risponde che la notte mi farà vedere le stelle. Se quel letto matrimoniale potesse parlare direbbe: “Sciopero!”.

Mo’ vado a pagà Sefalsino ‘er Grappeggia per la grappa sofisticata con li additivi con la solita dose de fagioli sott’olio con chiodi di garofano ……

 

Nobel obligatorius para mi!

Conte Tfracchia

A vorte pure ‘e postini si danno n‘a mossa.
(Conte Tfracchia)

 

Margarinot

Cari lettori a sbafo e non di Aran Cors, i riflettenti di questo frog sono puntati sempre sui protoagonisti della storionica testata di Pax Semper. Ma c’è una personaggia che oggi, a ragione, talvolta viene scordata e alla quale il biondo Aran deve pochissimo: Margarinot!

La super spina

Non è un caso se Margarinot conquista l’appelapatativo di super spina. È infatti lei a creare tantissimi grattacani, sin dalla prima storia, al disastroso nuovo agente sottopagato del gruppo J.L.S.: il giovane Aran subisce inevitabilissimamente il fascino discutibile di questa volpina fennec fanale. Margarinot ha tutte le caratteristiche del personaggio da goldenage del Giallo Mondadori: bugiardina, trafficona, furbastra e truccata. Un’originale violaciocca bianca tra i capelli blu, no, nunmereggaeppiù, neri ne contraddistingue la chioma già vistosa di suo. La maliardosa super spina nel fianco caratteristizza le prime due storie della serie e riscompare con una notevole frequenza (Uhf o Vhf?) durante la gestazione dei primi settantacinque numeri, oltre che nelle fasi di “ghost-writer” successive.

Sempre un passo indietro

Nel suo lavoro di super spina, Margarinot è imparagonabile. Si trova sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato e non esita ad utilizzare le sue grazie femminili per sedurre, ed abbandonare prima di arrivare al dunque, gli sproascoltati componenti del gruppo J.L.S., Aran per primo, senza rinunciare a togliersi lo sfizio di farsela anche con lo spiantato e collerico Rob Crock. In una storia, Margarinot riesce persino a farsi credere la fidanzata del proboscidato agente ed a fare intrusione, fregando i colleghi nemici del J.L.S., nel covo assai poco segreto del gruppo, battendo sul tempo Prigozhin sempre ansioso di dare l’assalto a tutto.

Archeopteripo femminile

Nel fumosetto degli anni sessanta, la figurante femminile appare come un elemento decorativo come un soprammobile di ceramica, difatti attualmente le donne le disegnano a forma di anfora, e, in quasi tutte le occasioni, le storie sono basate sul salvare la bella dal cattivo anche a costo di fermare il treno sui binari e far ritardare i pendolari, e la bella è mancabilmente prigioniera di quello che deve buscarle dall’eroe. La donna è rappresentata mobile, qual piuma al vento, facilmente muta d’accento anche circonflesso ed ovviamente innamorata del protoagonista virile, anche se magari è senza un occhio e fuma la pipa. Pax Semper fa parte di una scapigliatura molto differente dai pelati che li hanno preceduti. Il suo archeoptipo femminile è del tutto diverso rispetto alla Norma del Bellini.

Mefitica e spiedata

Amante dei neri, il coautore di Aran Cors inserisce già in partenza, per imprimersi nella memoria dei lettori, una coproprotagonista sopra i quadretti nella sua nuova serie. Margarinot è figlia di quel retaggio pescatorio imposto dalla strega Sartanik, fumosetto di insuccesso precedente ad Aran e stavolta scritto per davvero dall’hoggboss, e si dimostra inequivocabilmente una donna ignara dell’esistenza degli scrupoli, spiedatamente meccanica, indisposta a qualsivoglia compromesso sposo per raggiungere i suoi obbiettivi poco obiettivi. Della figura della damigella in pericolo, tipica di almeno sei decenni precedenti, Margarinot non ha nulla, per forza, è una dei cattivi, non una dei buoni, strano che questo mi sfugga, come se Crudelia Demon dovesse essere valutata come una giovane promettente … aspetta, mi sa che questo l’hanno fatto … comunque, dicevo, Margarinot converte gli schermi con la forza delle sue ultime apparizioni in topless o senz’abiti direttamente.

Un bel visino

La super spina diventa una spia nel naso del gruppo J.L.S. che incrocia le dita quando la incontra per strada. Tanto da dare grattacapi e far toccare il fondo anche alla mente laburista di Sua Eccedenza il Numero Uno e Mezzo, costretto a parare i colpi con strategie copiate dalle biografia di Napoleone (a Pax Semper piace molto quel periodo), spesso raffazzonate, per non fare una brutta fine una volta che sia stato trovato dal bel visino di Margarinot. Solo un colpo di scalogna, non dei nostri eroi ma di Margarinot, permette infatti ad Aran e soci di salvare la segretezza della loro lussuosa (uh!) sede: Margarinot ha una caduta fortuita dalle scale della cantina, pensate, chissà cosa avrebbe scoperto se l’avesse ispezionata per bene, scheletri, tesori, “war bonds” dimenticati lì da Sua Eccedenza e Tobita Quantrahashi, e perde, fino a nuova svolta narrativa, la memoria. Al giorno d’oggi non è più segreta manco la casa del N.1 e ½, si presenta in commissariato la sorella a svelare la locazione ed arriva l’Ispettore Scars ad arrestare in casa Sua Eccedenza, si vede proprio che le storie le scrive qualcun’altro.

Gabbati uomini

Come detto e stradetto, Margarinot ha vita facile con il prevedibile e seducibile Aran il quale non riesce, molto aiutato dalla sfortuna, ad arrivare al dunque durante i loro scontri. Sorte identica tocca al povero Cristo Rob Crock, abilmente bidonato senza arrivare al dunque da un angelico travestimento della super spina che riesce a fargli girare la testa. Il Numero Uno e Mezzo, capo discusso & discutibile della banda, si vede obbligato a raschiare il fondo del barile delle proprie risorse tattico-strategiche (di solito travestirsi come il cattivo per farlo uscire allo scoperto) per contrastare la bellissima super spina. Male o male, tutti i componenti maschili del gruppo J.L.S. sono seriamente appassionati quando c’è nei paraggi Margarinot, ma lei non si concede.
Durante la seconda saga di Aran Cors si fa intendere che Margarinot se la faccia con le donne, ma poi Pax cambia idea o se ne scorda, e probabilmente in Brasile Margarinot ha ancora una moglie con figlio adottato (si spera che non sia naturale) che la aspetta col mattarello in mano.

Il teatrino di Tobita

Pax Semper, attraverso Tobita Quantrahashi, compagno di ruberie del Numero Uno e Mezzo, imbastisce delle recitelle teatrali con oggetto i grandi copiati della letteratura. Porta sul palcoscenico il Nutello, I merenderi, La girella di Toro Farcito e una corta serie di altri spettacoli sfruttando il gruppo J.L.S. e alcuni comprimari nelle vestaglie di attori, riprendendo il numero novantanove, Brodagliaway, tanto caro se comprato dallo stesso Semper. Protoagonista femminista della maggior parte delle rappresentazioni è proprio Margarinot, visto che fino all’arrivo di Manuelle di donne nei paraggi non se ne vedevano molte, per cui si doveva arruolare per forza Margarinot.

Attenzione alla ricorrenza

La scaltra Margarinot ha campo coltivato a peperoncino per molto tempo, e lo usa per poi offrire cibi afrodisiaci, ma dopo i bruciori di stomaco nessuno accetta più i suoi inviti a pranzo. Talvolta finisce messa nel sacco assieme ad un gatto, specie se c’è il Trap nelle vicinanze, ma riesce sempre a svignarsela in qualche maniera. Scompare vestita e riappare svestita in occasione di delicati numeri con fan-service, lavorando per infidoni stranieri o semplicemente per poter pagare il mutuo. Tutto ciò fino alla comparsa di Manuelle: la parigina, dapprima fidanzatina e poi sposona di Aran, non ha gli stessi sbavamenti maschili nei confronti della super spina, sono semmai certe donne a sbavare per lei ma la cosa la infastidisce, e affronta Margarinot, finora, stranamente, in una sola storia.

Prima del viaggio di nozze

Nelle storie antecedenti il numero cinquecento volte ricompratelo, soprattutto nelle prime storie nelle quali Aran e Manu si dividono il menabò, fanno le loro presentazioni molti dei cattivi tradizionali del gruppo J.L.S. . Manuelle si dimostra alla bassezza di ognuno, inefficace, incantata ed imbambolata. Questo perché le storie recenti non sono certo memorabili. Lo scontro con Margarinot non fa eccezione e, come era prevedibile, la super spina, in maniera impietosa, perde la sfida, dopodiché si consola con una brocca di birra alla spina e si unisce ad una banda di aviatori per dare la caccia ad un piccione. In attesa di una noiosa rivincita è bene ricordare di non sopravvalutare Margarinot. Potrebbe tornare dopo decenni come Sbevacciuk e lasciare, viste le storie recenti, tavola 120 senza che sia successo niente.

Le microspie da mettere

Come ho già avuto modo di ricordare, ho incontrato anche Margarinot in quel bel posto dove mi recavo ogni tanto incontrando il J.L.S., e trovavo una donna molto disponibile, tanto che dopo Manuelle e la mamma di Peppa Giosafat era la mia preferita. Un giorno successe una cosa strana: di solito ero io a dare soldi a Margarinot, ma stavolta me li offrì lei. Voleva che mi recassi nello studio di Pax Semper e vi nascondessi delle microspie, ma io le ho spiegato che fin lì non mi fanno arrivare, anzi, alla casa editrice posso recarmi solo in un ufficio al piano terra dove vendono gli arretrati, oltre non possiamo andare né io né altri. Lei ha commentato che quello lì è corazzato, io ho chiesto se c’era qualcos’altro che potevo fare e lei mi ha risposto di si. E così la volta dopo mi è toccato regalarle un gioiello comprato a mie spese.
Dunque, le interviste non le faccio più, mi si è scassata la botola, e poi Margarinot ha detto che non rilascia interviste, cos’altro è rimasto da dire?

La strega e gli ussari

La strega brutta e senza capelli, quantomeno è giovane o ringiovanita, almeno quello, si è insediata a casa mia e non se ne vuole più andare. Ha detto che dobbiamo vivere more uxorio, ma io cosa c’entrino le more degli ussari non l’ho ancora capito, mi dicesse almeno dov’è la siepe.

Una brocchella de vinaccio la offro volentieri alla super spina, dopodiché mi fa vedere i glutei, si capisce che approfitto della sua ebbrezza?

Nobel obligatorius para mi!

Conte Tfracchia

La donna è come l’acquavite: portala in casa e le rogne son servite.
(Conte Tfracchia)


Aran Cors 649 – Il signor Input

Cari lettori a sbafo e non e non di Aran Cors, anche stavolta non ci siamo! Se leggete queste illeggibili righe, se avete acquistato nella vostra edicola di sfiducia il numero seicentoquarantanove volte ricompratelo, avete avuto la conferma che la matematica non è solo quella materia in cui mi davano cinque ma certezza: siamo a un paso doble soltanto dalla storionica e inacredibile seicentocinquantesima uscita!

Dollari e dollarate

La moneta suonata di Aran Cors è il dollaro. Aran è ambientato negli Stati Uniti e l’hoggboss ha sempre dato il massimo rispetto all’importanza del guadagno del denaro. Del resto si tratta di una delle tematiche preferite della casa editrice e di alcune serie di volumi della stessa. Basti pensare all’ingordigia spropositata di Sua Eccedenza che, al termine di ogni scalcinata missione, pagava i suoi schiavi con un bisunto dollaro. Manuelle ha ereditato, in buona parte (non in Bonaparte anche se un po' napoleonica lo è), le veci di barbastraccia. Ma almeno la parigina opera in nome e cognome di una venale causa: la stabilità di conto corrente e l’amore per il denaro.

Piccole regressioni

Il valsente è importantissimo anche per molti altri scopi, tipo cenare nei ristoranti di lusso e pagare gli avvocati, cosa tenuta ben presente dalla penna di Pax Semper. Senza dubbio lo è nelle storie di Kriminalik, che pratica delitti per diletto ma pure per l’arricchimento delll’editore, per Sartanik che all’hoggboss dispensa moine in sogno ed agi e benessere nella realtà, per PaxMagnificat e il suo fideistico amministratore sfiduciario, entrambi ladroni tangentopoloni teorizzatori dello sfilamento dalle tasche altrui. Non è di più il piccolo mondo ammuffito dei comprimari di Aran, ma con delle profonde buche nelle tasche, se pensiamo, per citare chi fa vendere, all’ubriacone Sbevacciuk che ruba ai poveri per dare ai ricchi come un Robin Hood al contrario, ma nel mentre rischia di morire di fame.

Io tremo in poche parole

Tremo a dover trovare le parole per descrivere questo vuoto. È un numero che ennesimavoltamente fa venire la nostalgia delle vecchie storie, questo seicentoquarantanove volte ricompratelo: a un certo punto del brodo annacquato ritroviamo Aran con il suo archeologico maglione scuro lavato con Nelfen Piatti, e la stessa Manuelle appare in un loop vagamentedémodé“, ispirato ai… sospiranti anni novanta  dell’Ottocento. Per sospirarti di più, ah-ah …..
Il castigamattaio, per l’occasione, è infarcito alla crema da Rob Crock e Sua Eccedenza il Numero Uno e mezzo, oltre alla evanescente presenza del tenente Frolland. L’arrivo sul palcoscenico del signor Input è alquanto non spiegato, non ricorda se non a spanne gli speculatori di borsa che appaiono e scompaiono con la memedesima rapidità del denaro che movimentano; non lo ricordano perché la storia è fatta male, appena abbozzata e senza spiegazioni.

La frese del mese, la frase del mase, uffa!

«E adesso chi mando ammorammazzato? Pomodadamo ed Evarista? Ma mi hanno detto che non esistono!»

…dice Il Numero Uno e Mezzo a un rassegnato Aran.

Pax Fert!

Abbiamo trovato un po’ di carta per il gabinetto, al doppio del prezzo ante-litteram. Che goduria! Vedo se c’è ancora un posto libero da Cracco, utilizzo il suo di gabinetto.
(Pax Semper – da Pax Fert!)

Stavolta Pax Fert! ha una sola paginuccia e, nella semedesima, l’hoggboss accenna ai pericoli atomici a cui ci espone un certo criminale di guerra, che comunque non compare nell’albo. L’importante è salvare la pellaccia dalla catastrofe… e già che ci siamo, anche i denari!

Il mese prossimo sventuro

Il loro Dariush Persianush è pronto alla grande spolverata di pepe sulle cozze per festeggiare la consegna delle tavole della seicentocinquantesima uscita mensile di Aran Cors! Aritmeticamente è in prossimità! Per cui non mancate il versamento dell’obolo … io ho incaricato il mio peggio, Sefalsino cuoco burino: a me basta una pentola di fagioli preparata da lui e mi trovo a piena potenza in un… peto!

Grande baldanza, siamo arrivati al 650° fill-in
ARAN CORS 650
FIESTA, CHE FANTASTICA FANTASTICA QUESTA FIESTA!
E infatti festeggiamo sognando lambrusco salame e mortadella, che con la situazione economica attuale oramai ci sogniamo tutto, infelici di questo traguardo raggiunto male: 650 storie quasi tutte scritte dai “ghost” di PAX SEMPER.
Hic hic urca, no, com’era, urrah!!!

(Predazionale – da Aran Cors #649)

In attesa di Godotik

L’hoggboss ha sempre autocelebrato alcuni traguardi di Aran. Pensiamo al numero cinquanta con le origini del gruppo J.L.S., al numero cento a colori non-de-luxe e con l’arrivo di Crotoneo, al numero centocinquanta con la gallina canta, no, che dico, un festival canoro sui personaggi storici dell’hoggboss, al numero duecento con il ritorno grafitico dello staff unipersonale ad hoc del leggendario Magnificus. Cosa ci attende stancamente per il seicentocinquanta?
Difficile saperlo, mica ho la sfera, ed a quella strega calva di cui parlerò tra poco non la chiedo. È sufficiente cercare gli orari dell’edicola affissi da qualche parte, si spera.

Le amiche se ne vanno

La mia amica massaggiatrice e la mia amica trans non abitano più qui: sono state espulse dall’Italia con foglio di via. In pratica i Carabinieri dopo la storia del processo avevano svolto delle indagini, ed avevano scoperto che la massaggiatrice mi aveva presentato una prova del DNA falsa, in quella vera si diceva che il vero padre del bambino non ero io. Lo scopo era quello di insediarsi a casa mia, ma adesso non ci sono più, sono già oltreconfine. Prima di andarsene col bambino la massaggiatrice mi ha chiesto scusa ed ha salutato, e la trans mi ha lasciato l’impronta del rossetto su un fogliettino, che io adesso conservo in frigorifero.
E così adesso, a parte la capoufficio racchia, sono veramente a corto di donne … se non fosse per una strega pelata come una palla da biliardo che continua a bussare alle mie finestre.

Mo’ vado a rosolà sur foco er doblone de rame e je lo tiro ala jovane stregaccia brutta e pelata…
BUUUUM ZOT ZOT ZOT CRASC BENG
L’ho fatto, e nun l’ha presa bene; io me barrico en casa …

 

Nobel obligatorius para mi!

Conte Tfracchia

Daje e Daje manco ne la rete resta nulla tra le maje.
(Conte Tfracchia)



Sartinik la rossa d’Avola

Cari lettori a sbafo e non di Aran Cors, ecco una fantasmagoria che desideravo farvi ingollare da un pezzo, ma che è sempre stata rimandata a causa del maltempo: con tutti gli abiti inzuppati d’acqua e fradicio sino al midollo non me la sentivo di scrivere. Stiamo parlando di tascabili e contorni. E quale peggior personaggio per iniziare, se non… Sartinik!

Sciatalgie tra streghe

Teniamolo sempre bollente: questo pezzo di rete è dedicato ad Aran e Manu e a tutti gli spogliarelli delle loro storie, delle donne soprattutto. Manuelle è l’altra meta degli sguardi goduriosi dei lettori, mentre le lettrici guardano il resto della coppia, formata con il biondo Aran, e riassume perciò un’importanza eroticamente fondamentale per lo scribacchiante e per i veri compassionevoli di Aran Cors. Cosa non hanno in comune Manu e Sartinik, quest’ultima soggetto del presidente articolo? Sono streghe, ma senza verruche sul naso. Lestrambe praticano la cosiddetta magia nera, o meglio, solo Sartinik, Manuelle è più una illusionista/ipnotista con qualche magia alla Maga Magò, ma per insaporire l’articolo dovevo attribuire la magia nera pure a lei, e ternedue dimostrano una cattiva personalità. Ma le difformità sono anche tante altre. Sogniamo ad occhi aperti di vederle insieme, io ho già iniziato!

Ape Regina incontrastata del Miele Noir

Sartinik, antieroina negativa e quarantacinquenne alter lego dalla prof di chimica Sarny Bunnyster, è la prima serie italiana imperniata su una spogliarellista femminile di animo nero con conto in banca in rosso, incapace di reggere il successo per più di due lustri. Ed è un tonfo considerevole, quando i due “neri” della Editoriale Cornucopia chiudono appaiati, specie pensando che Sartinik, nei momenti migliori, raggiunse a stento le duecentomila copie di elementare a numero. La collana dedicata alla rossa D’Avola, così chiamata per il suo abbondante consumo di un vino rosso denominato Nero d’Avola, debutta nel 1964 e non è innovativa e originale, perché molto ispirata a certi romanzi, ma narra comunque i gestacci di una donna ancora in libertà, emaciata, specie quando finisce l’effetto della pozione, incapace di nutrire i sentimenti e le passioni più estremate, che abbraccia il sardomasochismo e non esita a far fuori gli uomini che l’avvicinano allo stesso modo di una mantide bigotta.

Il successo di SARTINIK è stata l’inversione di tendenza ad U del fumetto italiano, anche se per la verità c’era stato prima Kriminalik. Fino a quel momento il fumetto era fatto sempre da gente bella, brava e buona, poi sono arrivato io, ed ho cominciato a fare di testa mia. L’invenzione del fumetto nerofumo è stata un’esigenza di andare contro le telefonate delle banche. C’era già in giro quello che poi è stato chiamato il “peggio francese”: desiderio di rivoltarsi dall’altra parte e di cambiare consumi di riferimento, e per gli editori un atteggiamento cavalcaonda, una voglia di vendere un fumetto fatto con un’ottica diversa, un po’ più irrealista. 

(Pax Semper – da Fuori le svanziche “Spiragli del Semper” / intervista in rete)

Un tascabile sotto salamoia

Per l’epoca, il fumetto di Sartinik è sconvolsfollagente. Finisce nelle tenaglie della censura in svariate occasioni ed è sottoposto a salamoia giudiziaria. I suoi creatori, Pax Semper per i testi e Magnificus per i disegni – colluttoriati da altre manine per via della gran massa e carrara di lavoro in contemporanea con la concorrenza che non dorme certo – sono costretti dall’editore, condannato in Tribunale, a correggere la mira e la lanza, e a riconvertire Sartinik verso le vie della leguleità spastellandone i toni crudenti. Per scalogna, prima di arrivare a questi mascheramenti, la serie ci regala episodi di una bruttezza esemplare per la stupefacente volontà, propria anche di editori concorrenti, di sfruttare il guardonismo da cronaca nera mediante la rappresentazione di crudeltà gratuite e opportunismo tipici dei più sregolati salotti milanesi. Sartinik ammalia i vivi da bella e gli scheletri viventi da brutta, tortura i lettori, punisce chi spende soldi per l’albo, si vendica di chi salta una uscita e uccide senza il minimo tentennamento e per il gusto di arrivare a tavola 120.

Streghe dalle esistenze morbosizzate

Come scritto soavemente su queste pagine, Sartinik e Manuelle, che potrebbero essere madre e figlia, hanno ben pochi aspetti in comune – pensiero similare anche dello stesso Pax Semper nel dare una direttiva a Dariush Persianush, ossia di disegnare Manuelle, in una copertina di Aran Cors, come in una illustrazione sartinika di Magnificus. Ternedue hanno un’infanzia e adolescenza da romanzo d’appendicite e, se Manuelle cresce nell’Orfanotrofio Rottenmeier e se la passa molto male, Sarny Bunnyster non se la passa molto meglio, tra sorelle, uomini e il proprio orribile aspetto fisico che fa rompere tutti gli specchi. La mente di Sarny è però quella di una scienziata pazza, segue gli studi illegali del professor Mezzapustola ed inventa il siero capace di tramutarla in una delle donne più scandalose del fumetto.

Splendidamente racchia

La serie e il personaggio di Sartinik giocano tra gli opposti del mutamento degli uguali della stabilità nei ruoli. Se Sarny ha un aspetto fisico terribile, Sartanik è orribile nell’animo, nero come la pece di quando la condannarono alla pena del tacchino, che salta fuori dopo l’assunzione di Sartinik come vedette della Editoriale Cornucopia. Pax Semper ci ricorda severamente che la bellezza è effemerida e temporalescanea; l’incantevole aspetto di Sartinik ha una durata limitata nel tempo ma illimitata nelle ristampe. Ma non solo tutto ciò: quando il coccodocktail chimico perde i suoi poteri, l’affascistosa strega riprende il suo reale aspetto senza trucco e parrucconucco, ma ogni volta diventa sempre più racchiapricciante e mostrognicosa. In chiaro omaggio al lavoro di Orson Welles quando descrisse una invasione aliena e tutti la presero per vera, tutti credono che la bella rossa sia l’aspetto vero mentre al naturale sembra di un altro pianeta.

Una insaziabile infernale

Sarny Bunnyster non perdona. La sua vita indecente e gramigna è il bordello che l’incantata Sartinik porta sui tacchi a spillo. E la sua vedetta su questo mondo è spietata: la rossa ruba i fidanzati alle sorelle di Sarny e assegna a queste ultime fidanzati spiantati per costringerle a espiare i loro errori nel modo più provinciale possibile. Sarny/Sartinik vuole viaggiare in prima classe e uno dei suoi obbiettivi più mirati e centrati è farsi un deposito di denaro. Per riuscirci accalappia cani di uomini facoltosi e convince i padroni a pagare dei riscatti per gli animali. La pianta infestante del male è in lei così pronunciata da calamitare, al momento di rinnovare la serie per evitare cali di vendite, imitazioni di mostri classici, come il vampiro Wurstelak e il suo mentore Pejorek o l’orrorifica Amukinud.

Il polmone della strega

A tuttoggi, degli amori di Manuelle, a parte lo sbiadito Aran, si conosce fin troppo poco, e quel che è peggio senza immagini. Manu è vedova di un criminale morto in una gara di polenta e salsicce con l’effebiguai o quel che era, ma nel suo passato di luci stroboscopiche e molti black-out, compaiono anche amanti femminili da discoteca e altri uomini spesso accidentati. Sartinik, ostric…ostell…ostentatrice e pettegola di prima classe (lì si che raggiunge la prima classe), colleziona francobolli per le collezioni da far vedere ai suoi amori controproducenti e destinati, inevitabilmente, a una terribile conclusione. In questa lista troviamo Alan Rey, Max Sekkoln – che sotto alcuni aspetti non ricorda molto la natura di Aran Cors, ed è comunque la sua storia sentimentale più decente – e il nero Kristin Humba Humba – contrallaltare della coppia Bettino Craxi-Adele Faccio, all’epoca in testa alla cronaca verde -.

Tremenda ma non troppo

Sartinik è una criminale completamente distruttiva? Sicuro, cerrrrrto che è lei, ma è calata in un mondo ispirato ai salotti milanesi che è, in troppi casi, persino peggiore di quanto si immagini, e che lei riesce ad affrontare solo dopo aver bevuto una birra scura. La strega si muove tra fregaturisti senza scrupoli, individui foschi, pendagli da forchetta, no, da forca, donne esose e mostriciattoli infernali: in Sartinik la società per azioni malvagie è dipinta nei suoi aspetti più crudeli e palesi, di certo riprovacarichevoli. Questo è un fumosetto con un personaggio rosso di capelli ma nero nella serie, che si muove tra i chiaroscuri e – soprattutto – scurochiari del leggendario Magnificus e della prosaica disincantevole e ripetitiva di Pax Semper. La parigina Manuelle proviene da questa immondizia ed è evitabile che ne abbia assorbito il melassico carisma profumo d’intesa.

Le interviste impossibilitate

Anche stavolta propongo le mie immaginifiche interviste ad un personaggio dei fumosetti; oggi abbiamo proprio Sartinik, sono riuscito ad averla qui! Allora, quando ti ha inventato Pax Semper?

“Nel … 1964 mi pare, però gli anni non si vedono. Avrei qualcosa da ridire sul modo in cui mi hai descritta, ma mi avevano già avvertita che qui c’era qualcosa che non andava”.

Cara Sartinik, sei sempre così bella?

“Finché dura l’effetto della pozione si, poi mi racchifico come dicevi tu”.

Ah, come Neggy, che era qui l’altra volta …

“La mia amica Neggy, ci incontriamo spesso, giochiamo pure a bowling assieme. Iabba-dabba-duuuu!”.

Come mai sei così cattiva con i tuoi parenti?

“Ex-parenti”.

Sono morti?

“No, ho firmato atti di ripudio”.

Senti Sartinik, puoi raccontare ai lettori cosa fai?

“Quello che cerca di fare la mia casa editrice, guadagnare soldi, soldi, soldi, solo che a differenza loro io ci riesco!”.

Tutti i tuoi colpi riescono?

“No, non sempre, per esempio, ero riuscita a fregare il testamento di Silvio Berlusconi, volevo venderlo al miglior offerente, ma poi il Cavaliere lo ha cambiato in corsa. Leggi qua cosa scriveva:”

Vediamo: “Io Silvio Berlusconi nel pieno delle mie facoltà lascio Ruby Rubacuori a mio figlio Piersilvio, a mia figlia Marina lascio Edo Soldo, il muscolone di “Striscia la Notizia”, agli altri tre figli, Barbara, Eleonora e Luigi, lascio una statua dei Tre Porcellini ciascuno, stile Nani da giardino, a mio fratello Paolo lascio tutte le Olgettine, a Marta Fascina lascio tutto il partito “Forza Italia”, all’amico Marcello Dell’Utri lascio il PDL, al fedele amico Fedele Confalonieri lascio un “night club” dove esibirsi con la chitarra, all’amico Carlo Bernasconi … ah no, purtroppo è morto, scusate, la memoria, a Vincent Bolloré di Vivendi lascio una di quelle dentiere gratis che volevo dare agli anziani, a Vladimir Putin restituisco il lettone, è usato e si vede ma gradirà lo stesso, a Joe Biden lascio le bobine dell’edizione italiana di “Dallas”, alla famiglia dell’ex-presidente egiziano Mubarak lascio una tenda che mi regalò Gheddafi, alla signora Von Der Leyen una mia foto con autografo, a Martin Schulz una mia pernacchia autografata, a Rosy Bindi un libro che raccoglie le mie barzellette, in parte su di lei, a Giorgia Meloni una delle mie case, in modo che possa trasformarla in Casa del Fascio, scherzo, a lei lascio il ruolo di “leader” del centrodestra, a Tajani lascio una Torpedo Blu per portare a spasso qualcuna delle mie ragazze, Paolo prestagliele, a Salvini non lascio niente, ed il venti per cento delle quote Fininvest nella mia disponibilità vanno al mio amico Adriano Galliani con lo scopo di ricomprarsi il Milan”. Un po' diverso da quello che poi è uscito …

“Si, affare andato a monte. Avevo anche provato ad entrare nelle grazie del Cavaliere, ma c’erano un sacco di ragazze prima, una lista di attesa lunga così, ho lasciato perdere, io non ho pazienza, se sposo un uomo facoltoso ho fretta di rimanere vedova”.

E del tenente Bellun che mi dici?

“Ah si, poverino, serve solo per riempire le pause, mi dà la caccia in continuazione ma si sa già che farà la figura del Zenigada qualsiasi”.

Cara Sartinik, non potresti essere più dolce nei tuoi rapporti con gli altri?

“Ma io lo sono, prima di uccidere mi faccio sempre delle gran risate, ah ah ah ah ah ah, uuuuh ah ah ah, ih ih ih, eh eh eh, ah ah ah oh oh oh, prrrrrft, ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah!”.

CLIC SVUM AAAAAAAAAAAAH TUMP

L’ho sbattuta fuori con la botola perché il discorso si stava facendo pericoloso, non si sa mai, vediamo alla finestra … si sta allontanando. Arriva una donna e Sartinik la bacia sulla guancia … ah, è Neggy …

E adesso chi jeo dice a stregaccia indebitata che è mejo povera che coi conti in rosso?

P.S.: Ringraziamenti editoriali

La mia amica trans ha terminato il suo Kamasutra, e adesso vorrebbe proporlo a qualche editore, ma io le ho chiesto, anche se le prove le ha fatte con me, di non mettermi tra i ringraziamenti.

Nobel obligatorius para mi!

Conte Tfracchia

A chi tocca er filo la corente l’‘ngrugna.
(Conte Tfracchia)

 


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